Trentaquattro anni, bionda, occhi verdi, sportiva, intelligente, Lea Ghedini, modenese, sovrintendente di polizia, avrebbe più di un motivo per essere contenta della propria vita. Soprattutto adesso che, dopo quindici anni di lontananza, è stata appena trasferita alla questura della sua città. E invece no: l'anziana madre, con cui vive, muore all'improvviso. Crisi cardiaca, dice il medico: prevedibile. Ma lei ha dei dubbi. Anche perché, nei giorni seguenti, cominciano a morire, in modi diversi, alcune persone che lei ha conosciuto quindici anni prima. E che potrebbero essere connesse, come la madre, a un antico fatto di cronaca nera. Divisa tra desiderio di indagare e paura di sapere, Lea non può che ricorrere al suo superiore, il commissario Cataldo, al culmine della maturità professionale, ma incupito da un'intima pena, che condiziona la sua vita privata.
Un'indagine difficile, retrospettiva. Rapporti vecchi di anni e nuovi delitti, gente che non ricorda o che non vuole parlare, individui collegati da legami equivoci. Un intrico di passioni, di interessi, di omertà. Lea con i suoi ricordi, Cataldo con la sua esperienza sono costretti a ricucire tutto a forza di indizi insignificanti, di parole sfuggite inavvertitamente, di ipotesi azzardate, in una corsa disperata contro il tempo. E insieme a loro il lettore vive lo stesso tormento di brancolare nel buio e, fino all'ultimo, di vedere impunita una serie di omicidi freddi e spietati.