Andrea Previdi, ingegnere geotecnico, è trovato morto dalla moglie, rientrata a casa dopo una serata trascorsa a scuola di danza. Arresto cardiaco, diagnostica il medico: nessun mistero. Senonché alcune cose stonano: il morto aveva poco più di quarant'anni, godeva di buona salute, era nudo nel letto e soprattutto aveva un'assicurazione sulla vita di un milione di euro, non pagabile però in caso di omicidio. Comprensibile, dunque, che il direttore assicurativo, amico del commissario Cataldo, si rivolga a quest'ultimo per vederci più chiaro. Comincia così, col tacito assenso del questore, un'indagine difficile, con molte domande e poche risposte. Era con una prostituta, l'ingegnere? O aveva un'amante, magari sposata? E la bella moglie, insegnante al liceo, è davvero al di sopra di ogni sospetto? Frequentava qualcuno, in particolare, nelle lezioni di ballo? E sul posto di lavoro, tra i colleghi di scuola? O merita d'esser seguita un'altra pista, che porta alla professione di Previdi, incaricato delle perizie sull'abitabilità post sisma nella provincia di Modena, e quindi arbitro di molti interessi di parte? Via via che l'inchiesta si sviluppa, Cataldo deve misurarsi con ambienti e personaggi variegati e inquietanti, tra cronisti free lance, aspiranti modelle e presunti pedofili, cliniche private e palestre alla moda, agenzie di viaggi e murder tours per turisti. Finché – dopo che altri delitti hanno insanguinato la città – la verità verrà a galla, ma sarà ben più amara e sconvolgente di quanto il commissario avrebbe mai immaginato.
1
Il getto tiepido scorre lungo il corpo dell’uomo, accarezzandogli le spalle prima di scendere a pioggia sulla griglia della doccia. Nel bagno s’è deposta una coltre di vapore.
Poi gira il miscelatore e l’acqua smette di scorrere. Si asciuga in fretta e indossa l’accappatoio. Ne ha voglia, sì. Tanta. E sta avendo un’erezione.
Lei lo aspetta in camera da letto. Cominciano un bacio lungo e calmo, di lingue che si intrecciano, salive che si scambiano, denti che si toccano, e labbra che si schiacciano, quasi a far male. Poi l’adagia sulle lenzuola, si stende sopra di lei. La gonna corta risale sulle cosce. La preme contro di sé. Lei mormora qualcosa e allunga una mano a slacciargli la cintura. L’uomo allora solleva le anche a darle spazio, e lei ci riesce, apre l’accappatoio e continuano a baciarsi, e la donna spinge la punta della lingua dentro e fuori la sua bocca, e intanto lo cerca con la mano, lo trova.
Vuole il suo corpo.
Anche lui la vuole. Nuda. La spoglia.
Vuole la sua lingua e lei gli succhia la bocca. Vuole la sua pelle e lei si abbandona ai suoi palmi, alle sue dita, che le intrappolano il polso e la caviglia, la mettono a faccia in giù, le aprono le gambe, mentre le morde la spalla e le sussurra parole strane. E sente il suo membro che le divarica le cosce e spinge contro la sua piccola resistenza istintiva. Si ritrae, con delicatezza, poi preme di nuovo, aspetta, si ritrae. Lei lo sente mormorare qualcosa. Allora alza i fianchi e lui entra, e la donna avverte il peso della sua virilità che la avvolge, la inchioda, le riempie il sesso, la gola, la faccia, con un ritmo liquido che la soffoca.
L’amplesso finisce troppo presto, anche se lui lotta per farlo durare. Quando lei raggiunge l’orgasmo, ha una serie di spasimi che le scuotono tutto il corpo. E serra la bocca contro la sua gola per smorzare i gemiti, che sembrano quasi grida di dolore.
Più tardi, la testa nell’incavo del suo braccio, gli accarezza il torace, lo guarda respirare quietamente. Fuori, il vento fa sbattere qualcosa. Un cane abbaia in lontananza, poi tace. L’uomo cambia posizione.
— Mi piace il tuo pelo pubico — dice, all’improvviso.
Lei fa uno sbadiglio e si stira. — Che razza di complimento è?
— Sincero. — Si gira, la accarezza. — È folto, ma non troppo — sorride. — Ha qualcosa di amichevole.
— Scommetto che l’hai detto a qualcun’altra.
— Ti giuro di no.
Ora le prende in mano uno dei seni.
— Ti piace? — Non aspetta una risposta. — Mi piacerebbe ritornare a quando avevo diciott’anni. Erano così sode che non rimbalzavano nemmeno quando camminavo nuda. — Lui annuisce, torna a sorridere. — E avevo una pelle soffice come la seta.
— Ce l’hai ancora.
Sorride anche lei, adesso, ma in modo diverso. Perché ha percepito un sottile cambiamento nella sua voce.
— Questi discorsi ti hanno fatto tornare la voglia?
— Sì.
— Non mi stupisce. Gli uomini sono facili.
— Non siamo costretti a rifarlo, se non vuoi.
— Ho detto che non voglio? — Si volta di fianco, lo cerca e gli si stringe contro. Ma in un modo nuovo. Con malizia.
— Perché non proviamo qualcosa di diverso?