2025

MORTE PER UN MANOSCRITTO

Ancora un mistero per il commissario Cataldo

Editore: Damster edizioni
Collana: I GIALLI DAMSTER N°80
Pagine: 230
Formato: 14x20 Brossura
Euro:16,00
EAN:  978-88-6810-593-8

L'omicidio di un prete a Nonantola sarebbe solo un altro caso per il commissario capo Giovanni Cataldo, se non fosse che la vittima stava inventariando un fondo archivistico misterioso rinvenuto da poco presso la storica abbazia. E un'ulteriore pressione, ancora più grave, si aggiunge al già difficile lavoro investigativo, quando nel giro di pochi giorni vengono ammazzati – con le stesse, orribili modalità – un mendicante di colore, un professore di Lettere in pensione e una bella docente universitaria di paleografia. Coadiuvato da due nuovi colleghi – il ruvido ispettore Greco e il volonteroso sovrintendente Vernole – Cataldo avvia dunque un'indagine insolita tra presente e passato, tra computer e documenti medievali, filologia testuale e tracce elettroniche, scoprendo alla fine, dopo altri delitti e con sbalordita amarezza, che si può spargere tanto sangue per l'ambizione di un sogno: un manoscritto autografo unico, fin qui ignoto a tutti, ma in grado di rivoluzionare, con la sua scoperta, gli studi futuri della nostra letteratura.


Primo capitolo

Fa troppo caldo, a Modena, per esser solo ai primi di giugno. Sui vetri di un negozio in via Savelli, quasi all’angolo con via Cucchiari, batte impietoso il sole delle dieci. Libri antichi e manoscritti, perizie e consulenze bibliografiche riporta una targa lucida, di fianco all’ingresso. Le vetrine sono ingombre di volumi rari o antichi, offerti con le copertine in piena luce; solo pochi appaiono sovrapposti in orizzontale.
Un campanello tintinna quando un uomo varca la soglia e si immerge in quell’atmosfera strana, dal lieve sentore di muffa.
— Buongiorno. — Il titolare si alza dal bancone centrale, gli va incontro. — Desidera? — In quel momento all’interno non c’è nessuno.
— Il signor Tavernari? Duilio Tavernari?
— Sono io.
— Signor Tavernari, le piacerebbe guadagnare cinquantamila euro?
La bocca dell’uomo, che sta per aprirsi, si richiude immediatamente, mentre si assesta sulla sedia. L’altro capisce che sta cercando di mascherare il colpo.
— Mi ha capito?
— Non proprio.
— Ho detto cinquantamila euro. Le piacerebbe guadagnarli?
— Sarà meglio che se ne vada — ribatte Tavernari.
— Perché? Non ha neanche sentito la mia proposta.
— La sua proposta o sarà illegale o sarà pericolosa. O tutt’e due. — Tenta un sorriso. — E io sono troppo nervoso per fare il ladro, troppo vecchio per scappare, e l’unica cosa che so fare bene è riprodurre testi in caratteri antichi, ma non c’è grafia antica al mondo che possa valere cinquantamila euro. Inoltre un uomo d’affari in buona fede farebbe la sua proposta e chiederebbe qual è il mio prezzo. Lei invece non mi ha chiesto se sono disposto a realizzare un certo testo, o se voglio accettare un qualche difficilissimo lavoro tipografico. Lei si è limitato a offrirmi dei soldi, quindi pensa che io sia in vendita. — Abbassa la voce. — Quindi, prenda i suoi soldi e se li metta in quel posto.
— Si calmi, signor Tavernari. Non è il caso di offendersi.
— Non mi sono offeso, ma sarà meglio che si cerchi un altro informatore. Chi l’ha indirizzata qui s’è fatto un’idea di me proprio sbagliata .
— No, non è vero, ho sbagliato io. Le chiedo solo un altro minuto.
— Non credo che abbiamo altro da dirci.
— Senta, le ho parlato di denaro per darle un’idea delle dimensioni dell’affare, non per metterle un’etichetta con il prezzo. Voglio che inventi una cosa per me. Non so esattamente quanto possa valere, forse meno di cinquantamila euro, ma sono disposto a mettere sul tavolo questa cifra per avere il meglio. E so che lei è considerato il migliore, nel suo campo. — Sorride, sedendosi. — Codicologo specialista, perfezionato alla Rare Book School di Charlottesville in Virginia, allievo del Merton College di Oxford per lo studio della carta e del libro antico, e potrei continuare... Dico bene?
L’altro annuisce.
— Mi sono informato, vede, e sono disposto a pagare. I soldi sono la ragione per cui tutti noi ci alziamo la mattina, e io ho una proposta eccezionale per lei. Perché non mi ascolta?
Il libraio esita, poi resta seduto, lo sguardo incupito.
— Senta, se proprio deve farmi una proposta... avanti, la tiri fuori.
— Ha ragione. — Il cliente sorride, soddisfatto. E con calma, lentamente, espone il motivo della sua visita, interrompendosi solo, a tratti, per rivolgere un’occhiata all’ingresso. Ma per fortuna non entra nessuno.
Subentra un lungo silenzio. Tavernari riflette, la fronte sudata, concentrato a seguire il filo di un pensiero.
— Ho visto un film, anni fa — sussurra, alla fine. — Copia originale, si chiamava. Era la storia di Lee Israel, una nota falsaria americana...
— ...che ha fatto una brutta fine, lo so. Ma lei falsificava lettere di autori contemporanei, di cui era nota la grafia, mentre a lei ho proposto un autore di cui nessuno ha mai visto la scrittura originale. Quindi, potrebbe essere più facile.
— Più facile un corno! Dovrei studiarmi l’antigrafo, cioè il testo che abbiamo più vicino alla presunta volontà dell’autore, dal momento che l’originale, lo sanno tutti, è andato perduto. E meno male che il manoscritto più antico di data certa è qui a Piacenza...
— Il codice Landiano 190. Alla biblioteca comunale.
— Lo so. — Stringe le labbra. — È un’impresa proibitiva. Dovrei procurarmi l’inchiostro giusto, la carta giusta. E riprodurre fedelmente, al millesimo, i caratteri di scrittura dell’epoca, cioè... — ci pensa un attimo, — la bastarda cancelleresca. Ma non c’è solo questo.
— Cosa vuol dire?
— Che se anche trovassimo la carta giusta, dovremmo poi invecchiarla. — Deglutisce. — Sì, la carta invecchia, e oggi qualunque chimico è in grado di dirti quanti anni ha un pezzo di carta. Metta che trovassi la carta giusta, dovrei poi trovare il modo di invecchiarla artificialmente, umidificandola, cuocendola in forno, facendola evaporare chimicamente, e dubito che sia fattibile.
— Per uno come lei?
— E non è tutto. Un autografo così susciterà scalpore in tutto il mondo, non solo da noi. Ci saranno esami di laboratorio, commissioni di esperti... In numero di tre, per cominciare: un critico letterario, un perito grafico, un chimico. E tanti altri ancora: periti nell’autenticazione di documenti manoscritti, consulenti tecnici di tribunali o di case d’aste... E tutti questi specialisti sottoporranno il testo a un esame attentissimo, basandosi sia su prove intrinseche, sia sulle caratteristiche grafiche, prima di attribuirlo a chi sa lei.
— Lei solleva un mucchio di obiezioni, signor Tavernari.
— È per questo che sono ancora vivo. Mi premuro sempre di sapere il più possibile riguardo a ciò in cui potrei restare invischiato.
— Rinuncia, allora?
Un altro silenzio, più lungo. Profondo, intenso. E dopo:
— Non ho detto questo.

Quando esce, il committente ha un lieve sorriso sulle labbra. Si guarda intorno con prudenza, si accende una sigaretta, aspira una boccata e osserva la punta illuminarsi per un attimo, per poi tornare grigia.

seguimi su

Sito realizzato da Damster Multimedia